“Mostrami il tuo cane e ti dirò chi sei” è il titolo del libro che il fotografo Giampiero Corelli ha appena pubblicato con la collaborazione di Gianfranco Medri, medico veterinario, e numerose giornaliste che hanno intervistato i proprietari dei cani. Tra pubblicazioni di saggi “impegnati” su argomenti di politica, di economia, di filosofia, un libro sui cani può sembrare superfluo e superficiale, ma non lo è. Perché il libro è una sequenza di immagini che rivelano il profondo rapporto che si stabilisce tra questo animale e l’uomo. Come suggerisce il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, nella pagina di presentazione “i cani finiscono per assomigliare ai padroni”; concetto ribadito da Claudio Widmann, psicoanalista, che conferma il cane come “alter ego dell’uomo”. Le interviste raccontano episodi emozionanti, momenti fatti di dolcezza, esibizioni incredibili e profondi legami di fedeltà. “Il cane è l’unico essere al mondo che ama voi più che se stesso”, scrive Josh Billings, mentre un proverbio di anonimo avverte che “In Paradiso si entra per favoritismo. Se si entrasse per merito, tu resteresti fuori ed il tuo cane entrerebbe al posto tuo”. Ma lasciamo da parte i riferimenti letterari e addentriamoci tra le magnifiche foto del libro e incontriamo i loro protagonisti: esemplari di ogni tipo, razza, colore e dimensioni, i protagonisti sono loro, i cani.
Ritratto di famiglia con cane
E’ interessante sapere come si sceglie un cane e perché si decide di averlo, pur sapendo che l’animale dà affetto ma richiede un grande impegno. “Amo i cani grandi perché mi trasmettono un grande senso di protezione e Wilma è l’unico essere vivente di cui mi fido” dice Federica, mentre il mago Casanova, pieno di “potere” nel fare giochi di prestigio, confessa sconsolato di non averne alcuno su Duke. Una bellissima immagine mostra un pastore tedesco dell’Unità cinofila della Guardia di Finanza di Ravenna in fase di addestramento: animale intelligente dalla corporatura robusta ed elegante che impara facilmente ad ubbidire e ad eseguire anche difficili esercizi. Elenoire Casalegno viaggia portandosi dietro Peperoncino, il maltese bianco detto Pepe, che sta nella borsetta e, pertanto, riesce a portarlo anche dove sarebbe proibito. Il cane può essere compagno di lunghe e salutari passeggiate o protagonista di gesti di grande altruismo, come ha dimostrato Sire salvando un anziano rimasto a lungo a terra, in una fredda notte d’inverno, dopo essere scivolato sul ghiaccio. “Un cane è come un figlio che non cresce mai” dice Roberta Bandini – in posa per un simpatico “quadretto famigliare con cane”, un piccolo meticcio dal musetto a punta -, mentre Luca Goldoni racconta delle lunghe disquisizioni con Full, interlocutore che non interloquisce, che non coglie il significato delle sue parole ma lo intuisce e, se il tema è triste, gli esprime solidarietà con lo sguardo.
Protagonisti nell’arte
Vittorio Sgarbi, fotografato al Circolo dei Ravennati e dei Forestieri insieme al presidente Beppe Rossi e al suo cane, sembra che lo preferisca ritratto in quadri famosi e bisogna ammettere che sono moltissimi i pittori che hanno dipinto cani, volendo, a volte, aggiungere un significato simbolico al contesto: da Klimt a Seurat, da Gauguin a Courbet a Toulouse-Lautrec. Ma davvero i cani e relativi padroni si assomigliano? A volte direi di no. E’ il caso di Charlie, il barboncino bianco che in braccio a Pasquale Vaira, in severa divisa militare, sembra un gingillo e di somiglianza proprio non se ne vede. E’ molto curiosa anche la scelta del nome, che spesso è frutto d’istinto più che di scelta razionale. Meditato, invece, il nome imponente dato da Alda e Franco Nanni al loro cane: Alfonso IV, in quanto quarto di una dinastia di cocker spaniel.
Uno scambio
di affetto
Le foto del libro raccontano di cani vivaci, di rapporti estremamente affettuosi, ma anche storie tristi e commoventi. Quella di Annie, il pastore tedesco che ha guidato Rina, la sua padrona non vedente, per 15 anni. “Uno scambio di affetto assoluto, generoso e senza riserve”; anche dopo la sua morte rimane la sua amica, nel ricordo degli anni vissuti insieme. E triste è anche per Ivan Merlo rendersi conto che il trascorrere degli anni ha portato via al suo Morfeo la vivacità e la dinamicità; ora quasi completamente cieco lo cerca col fiuto e lo raggiunge dopo aver urtato mobili e porte. A volte, però, i proprietari dimenticano di avere dei cani e si sbizzarriscono nell’esibirli nelle vesti più impensate. Vittorio, per esempio, non dimentica mai il suo lavoro di parrucchiere e di tanto in tanto si diverte ad addobbare le sue tre femmine di Labrador con parrucche e bigodini. Ma la vera sfilata di top model è quella di Arturo, Maggie e Ursula, incredibili bulldog, docili nell’indossare i più sofisticati indumenti: Arturo, giovane palestrato vestito da “white collar”, impiegato di banca american, che per nulla al mondo rinuncia alla cravatta; le due “fanciulle” Maggie e Ursula sfoggiano camicie dai disegni vivaci e molto stile California, completate da eleganti borsette.
Il compagno
di una vita
Infine c’è chi di cani ne alleverebbe abbastanza per fare una squadra di calcio. Anna Mantice al momento ne ha quattro ma durante il periodo della cucciolata ne ha avuto tanti di più. Con loro trascorre momenti di relax durante le pause del suo impegnativo lavoro. Manca in questo libro la foto di un cane scomparso anni fa, Pirro, noto a Ravenna e non solo, perché era una cosa sola con il suo padrone Don Francesco Fuschini. Giornalista de “il Resto del Carlino”, Don Fuschini dedica alcune pagine alla scomparsa del compagno della sua vita. “Pirro si è spento come una candela” e racconta degli ultimi giorni in cui non riusciva più a seguirlo nelle passeggiate e della fossa scavata per poi seppellirlo dopo l’ultimo saluto. Anche Byron ricorda il suo compagno di sfrenate cavalcate con un epitaffio che dice “Qui giacciono i resti di chi possedette bellezza senza vanità, forza senza insolenza, coraggio senza ferocia e tutte le virtù dell’uomo senza i suoi vizi”.